domenica 27 gennaio 2008

Genova

Giorni senza nome,
si rincorrono nei vicoli bui
dove l'odore di mare

si confonde con il piscio rancido dei gatti.
Lo sciabordio delle onde sul molo
è il rintocco del tempo che passa,

mentre filtra un raggio di luce
in tutto questo grigio...
Grigio che ti avvolge e ti lascia senza respiro,
come tra le gambe di una donna,
grigio dolceamaro sulla lingua
come sperma che non va giù.
Grigio che si riempie
di colori e di parole dell'Africa,
di colori e di odori del sesso frettoloso delle puttane,
di fumo e cemento e vento fresco
che ti accarezza la fronte.
Rughe che si distendono quando
ti affatichi su per ripide salite.
Salite e scale e ascensori
che il cuore regge perchè gli appartengono.
Città grigia, sorda, superba e stretta
come stretto è il suo abbraccio che non puoi
dimenticare.
Città ripida, umida, chiusa,
di poche parole che non puoi
non ascoltare nella notte
perchè ripido e chiuso è il tuo cuore
e stretto e superbo e grigio
ed è un cuore che parla poco
con riserbo, con pudore
ma scioglie suoni morbidi, sussurra cantilene
che inciampano tra i denti e
hanno il ritmo del mare.

(1999)

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